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Ansia di rimanere senza social e scuola, parliamone

È la Fear Of Missing Out, il timore di rimanere esclusi da post, news, video e aggiornamenti. La FOMO si è diffusa a macchia d’olio, complice il largo uso del social-network, e si manifesta sotto forma di ansia sociale avvertita nei riguardi delle gettonatissime relazioni interpersonali 2.0. 

Colpisce prevalentemente giovanissimi e adolescenti, spaventati dall’idea di essere tagliati fuori da una società sempre più dinamica, mutevole e iper-connessa. Tuttavia non sono esclusi dal provarla anche professionisti e adulti. Diffusasi come un virus invisibile, la FOMO impedisce di vivere serenamente e, in alcuni casi, di essere padroni del tempo (libero) che si ha a disposizione. 

Come uscire dal circolo vizioso? È davvero possibile smettere di essere usati – e non più di usare – Facebook, Instagram et similia?

La FOMO nasce dal confronto con gli altri

Aitanti, desiderati e popolari: sono i profili social di Influencer, YouTubers e VIPs vari ed eventuali che bombardano lo schermo di giovani e meno giovani quasi quotidianamente. Nonostante la FOMO non sia una patologia ufficialmente riconosciuta, non dev’essere sottovalutata. 

Moltiplicando le occasioni di confronto, i giovanissimi si mettono a paragone su mezzi 100% digitali, finendo per credere alla finzione patinata dello schermo. 

La FOMO, inoltre, si manifesta in ogni momento della giornata, non lascia tregua, quando i profili social di amici e Influencer si riempiono di post e Stories di viaggi, feste e vacanze. E chi, dal canto suo, non ha nient’altro da fare che scorrere con il pollice la bacheca di un social-network finisce per fare esperienza di quella spiacevole paura d’esser tagliato fuori dal mondo. 

Testa china sul cellulare, relazioni offline annullate, alla ricerca di una realtà virtuale che troppo spesso sembra migliore di quella reale, ma che in realtà non lo è. 

Il circolo vizioso della FOMO

Il timore, sempre più diffuso, di non vivere «alla grande» come i propri coetanei incrementa i livelli di ansia e di stress, impedisce di portare a termine i propri obiettivi e ingenera cicli depressivi estremamente dannosi per la mente. 

La buona notizia? La soluzione alla FOMO circola già da qualche tempo. 

Si chiama JOMO (Joy Of Missing Out, letteralmente «il piacere di perdersi qualcosa») ed è correlata a una forma di minimalismo digitale che fa bene al corpo e allo spirito. Un trucchetto, valido per adulti e ragazzi, consiste nel disattivare le notifiche dei social network nei momenti trascorsi sui libri di scuola, al campetto da calcio o all’aria aperta in compagnia della propria famiglia. 

Soltanto così, un passo alla volta, sarà possibile tornare padroni della propria attenzione e della propria autostima. 

L’ABC anti-FOMO? Imparare a prioritizzare

Statistiche alla mano, sono 150 le volte in cui, di media, una persona controlla lo smartphone nell’arco della giornata. In aggiunta, gli utenti sui social sono più di 4 miliardi e 500 milioni: alcuni seguitissimi – come cantanti, attori e Influencer – altri popolari in circoli sociali più ristretti – la scuola, la palestra, l’ufficio – e altri ancora del tutto unpopular

E dal momento che i social-network sono progettati per risucchiare l’attenzione e l’energia creativa degli utenti, basti pensare alle notifiche inviate a distanza di poche ore dall’ultima visita per indurre gli iscritti ad aprire la home, è importante insegnare ai ragazzi il valore della lentezza

Fermarsi consente di prioritizzare le attività che contano davvero – i successi scolastici, lo sport, la musica, i viaggi e chi più ne ha, più ne metta – senza l’urgenza morbosa di condividere ogni istante della propria giornata. Perché se da un lato è lecito seguire le peripezie dei propri idoli, è altrettanto importante apprendere l’importanza dei momenti di condivisione trascorsi insieme, con la famiglia e con gli amici. 

Soluzioni pratiche alla FOMO 

C’è chi mette il proprio smartphone in una scatola dopo esser tornato da scuola/lavoro, e chi imposta il telefono in modalità Aereo per un paio d’ore al giorno: le alternative per sconfiggere la FOMO sono tante, semplici da attuare e dai risultati (quasi) immediati. 

La verità è che la soluzione sta dietro a due concetti: sostegno e collaborazione. La vera risoluzione alla FOMO è il dialogo, affrontare il tema in famiglia e anche tra i banchi di scuola, fare luce su una patologia mentale che, negli ultimi anni, ha impedito a migliaia di adolescenti di affrontare serenamente il proprio iter di sviluppo. Agire tempestivamente permette di limitare i danni e, soprattutto, di tenere a bada quella dannosissima dipendenza da tap e click che colpisce tanto gli adulti, quanto i ragazzi più fragili.

Il mondo della scuola si cimenta da diverso tempo a tagliare la connessione tra le persone online, favorendo i rapporti sociali dal vico. Iniziative e manifestazioni sono all’ordine del giorno per sensibilizzare studenti e genitori su una tematica tanto attuale quanto spaventosa. 

Ne 2019 è stato il turno di UNICEF, con il progetto NEXTGEN Unicef, che ha messo un forte accento sul tema, parlandone in maniera globale. 

E il ruolo della scuola? La scuola ha un compito delicato, quello di cercare l’equilibrio fondamentale per favorire a bambini ed adolescenti un rapporto sano con la tecnologia. 

Se da un lato l’abuso è considerato patologico, dall’altro non è possibile oggi demonizzare l’innovazione tecnologica, parte sempre più integrante della vita privata e professionale dell’umanità. 

Lo scopo della scuola, quindi, è coinvolgere gli studenti in attività che promuovono un utilizzo virtuoso della tecnologia, dei social e dei supporti innovativi. 

In sostanza, la digitalizzazione non va combattuta per fronteggiare patologie come la FOMO, ma il vero lavoro deve essere l’educazione all’utilizzo della stessa. Come fare?

Con i progetti digitali, con la consapevolezza del potenziale che social e internet ci offrono, anche a livello professionale, con il dialogo e con le attività scolastiche o familiari che creano un abile mix tra relazioni sociali e digitali. 

Se vuoi saperne di più e vuoi supporto nella tua scuola per parlare dell’argomento, o per creare consapevolezza nell’uso degli strumenti digitali  contattaci tramite email o Whatsapp