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Anna, insegnante di sostegno trasformata dalla forza dei suoi alunni

anna giglioni intervista docenti presenti

La rubrica Docenti Presenti, realizzata in collaborazione con Orizzonte Scuola, diventa un megafono per amplificare, come un’eco, la voce degli insegnanti.
Questa volta a raccontarsi è Anna. Conosciamola meglio. 

Anna, una vita dedicata all’insegnamento. Scopriamo il suo racconto

La storia di Anna come insegnante parte circa 40 anni fa a Milano. Lei è una docente di sostegno che oggi continua ad insegnare con amore, collabora con l’università di Genova e con la Cattolica di Milano e non ha voglia di fermare la sua formazione. 

Inizia come docente supplente in una scuola speciale, una delle poche ancora oggi attive in Italia. Ed è proprio in quella scuola che per Anna scocca la scintilla, il barlume che la fa innamorare dell’insegnamento. In quegli anni Anna scopre qual è il suo scopo nella vita lavorativa. Appassionata e ghiotta di conoscenza, Anna ci racconta il suo punto di vista. 

Quando e perché hai scelto di diventare insegnante?

L’amore per l’insegnamento è nato in quella scuola statale dalle primissime esperienze fatte con gli alunni e dal confronto con i colleghi. Dal primo momento ho scelto la strada della coerenza, dedicandomi esclusivamente all’insegnamento di sostegno. È un punto che mi sta a cuore e che ci tengo a sottolineare. Qualche problema, durante la mia carriera, è nato con l’inizio dell’attività di sostegno in una scuola comune. 

Mentre in una scuola speciale i bambini sono tutti accomunati da una disabilità, nella scuola comune non era così e sentivo che la mia formazione non era sufficiente a gestire quella situazione. 

Ho deciso, quindi, di iscrivermi all’università. Da lì non mi sono più fermata, continuando a credere che la formazione continua sia un pilastro necessario per un insegnante. Quest’anno ho conseguito una seconda laurea in pedagogia. 

Questo processo di formazione continua mi ha aiutato molto per essere al passo con i cambiamenti veloci della scuola. 

I bambini, la società, le richieste della scuola sono in continua trasformazione. Solo con la giusta preparazione si può stare al passo.

Cosa hai imparato dai tuoi alunni durante la tua carriera?

Nel mio percorso lavorativo non sento di avere semplicemente imparato dagli alunni. Credo che loro mi abbiano trasformata in maniera profonda. I miei alunni mi hanno insegnato il senso di fiducia, quello che si instaura in maniera reciproca tra le persone.
Mi hanno insegnato l’inclusione pura e autentica.
Mi hanno insegnato a sperimentare. Io ho ricevuto solo grande ricchezza dalle esperienze con i miei alunni. 

Sono poi, a loro volta, gli insegnanti a innescare la scintilla di passione negli alunni?

Questa è una grande responsabilità per noi insegnanti. Per un docente è importante riconoscere il valore nei propri studenti, dare loro importanza, dare loro stimoli affinché siano i primi a riconoscere le proprie capacità. 

Secondo te quanto siamo ancora lontani dal senso di coinvolgimento totale nel mondo della scuola, superare la diffidenza e trasformarla in inclusione reale?

Voglio darti una risposta personale ma ampiamente supportata dagli studi. Ad oggi esiste ancora un grande divario da colmare, e non solo attinente al mondo della disabilità. Ho avuto modo di avvicinarmi ad una metodologia, la Universal Design for Learning, che nasce dall’architettura finalizzata a realizzare strutture personalizzate e case su misura profilate sulle esigenze delle persone.

Questa tecnologia mi ha insegnato che l’equità è il concetto da tenere in considerazione per validare l’inclusione e non, invece, il senso di uguaglianza. Equità significa garantire a tutti di arrivare allo stesso livello, pur partendo da gradini diversi. Significa rispettare l’individualità. 

Oggi il bambino deve essere al centro del sistema, qualunque siano le sue caratteristiche.  

Qual è il messaggio che vuoi lanciare alla scuola del futuro?

Mi rivolgo agli alunni e dico loro “Siate quello per cui siete nati”, rispettate la vostra identità e puntate sempre ad essere quello che siete. È da qui che mi auguro si forgerà la figura dell’insegnante, rispettando le persone che ha di fronte, riconoscendole e adattando il modo di insegnare ad ognuno di loro.  

Se vuoi leggere altre storie puoi trovarle tutte qui su Docenti Presenti.
Se preferisci vederle su Youtube ecco la playlist completa.

Grazie di aver incrociato questa storia.

Daniele

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